
Walid Regragui non ha proprio la statura di Leonida, almeno quella interpretata da Gerard Butler nel film 300 (2007). Ma vedremmo l’allenatore del Marocco adattare al suo sugo l’iconica risposta del re greco: “Siamo spartani! » I suoi leoni dell’Atlante non provengono dal Peloponneso. Né direttamente dal regno cherifiano, inoltre, per molti di loro. Ma il tecnico franco-marocchino lo ripete: “Ogni marocchino è marocchino! »
Tutti si sentiranno a casa mercoledì 14 dicembre, quando sarà il momento di affrontare la squadra francese per un posto nella finale dei Mondiali (20:00). Un po’ perché lo stadio Al-Bayt, piantato nel deserto del nord del Qatar, ospita una tenda beduina; e tanto perché il recinto del Qatar si riempirà di una folla chiassosa e variopinta conquistata alla propria causa.
Paracadutato al posto di Vahid Halilhodzic – approdato tre mesi prima dei Mondiali per non essere riuscito ad andare d’accordo con diverse stelle, licenziate dalla squadra –, Walid Regragui ha riportato all’ovile diverse Atlas Lions criticato per la loro mancanza di coinvolgimento nella selezione. Ha instillato nelle sue truppe uno stato d’animo collettivo e di conquista, come Hakim Ziyech, ala roteante del Chelsea tornata con la maglia della nazionale e che sabato si è fatto avanti per aiutare la sua squadra a sconfiggere il Portogallo e diventare la prima nazione africana a raggiungere i quarti -finale.
“Faccio un frappè con tutto questo”
Dalla sua nomina il 31 agosto, Walid Regragui ha lavorato per ricostruire la Torre di Babele in Marocco. Originario del quartiere di Montconseil, a Corbeil-Essonnes (Essonne), l’ex calciatore è vicino ai suoi giocatori, con i quali riesce ad esprimersi in francese, arabo, spagnolo e inglese. Non inutile gestire la “locanda spagnola” che è la selezione. Dei 26 membri della squadra selezionati per la Coppa del Mondo, solo 12 sono nati in Marocco, il numero più basso delle 32 squadre in lizza, secondo un conteggio della Federcalcio internazionale (FIFA). Gli altri, tutti membri della diaspora, sono nati in Spagna, Paesi Bassi, Belgio, Canada e Francia.
E non tutti parlano la stessa lingua, lo testimonia il video mostrando Sofiane Boufal, cresciuta e allenata ad Angers, intervistata a margine della Coppa d’Africa 2021. Dopo una lunga domanda in arabo, il centrocampista imbarazzato chiede al giornalista: ” In francese per favore. » “In Marocco ho scritto un documento sportivo, come una carta, un riassunto che descrive l’identità della squadra, difensiva, offensiva (…), c’è tutto, tutti gli automatismi. È stato tradotto in cinque lingue, perché ci sono marocchini ovunque”ha riassunto Vahid Halilhodzic prima della competizione, in un’intervista a Quindi piede.
In Marocco la formazione dei giovani sta progredendo, soprattutto dall’istituzione dell’Accademia Mohammed VI a cavallo degli anni 2010, da cui sono emersi l’attaccante Youssef En-Nesyri, il centrocampista Azzedine Ounahi e il difensore Nayef Aguerd, che si sono distinti al Qatar Coppa del Mondo. Eppure, come la Tunisia, il posto riservato ai giocatori locali è diminuito negli anni, e questo è stato attribuito a Walid Regragui come al suo predecessore.
Ma l’attuale allenatore respinge le critiche e si atteggia a unificatore. “Che venga dalla Francia, dal Belgio, dal Marocco o altrove, dal momento in cui il ragazzo vuole morire, lottare per la maglia del Marocco, sostiene l’ex terzino. Sono nato in Francia ma nessuno ha un cuore più marocchino di me. Quando arrivi in Nazionale devi dare il 100%. Ho giocatori nati in Germania, Francia, Belgio, Olanda e ci faccio un frappè. »
Rocky Balboa du Mondial
E il cocktail stona. In Qatar la squadra marocchina presenta un fronte unito, quello di una squadra che avanza forte delle sue certezze, come il centrocampista Sofyan Amrabat, una delle rivelazioni della competizione e metronomo del Marocco.
Dopo i compagni di squadra del Belgio, poi quelli della Spagna, è il turno degli Atlas Lions dalla Francia di affrontare, mercoledì, il loro paese di nascita, dove si sono allenati. Se il capitano Romain Saïss, bambino della Drômerimane incerto dopo essere uscito infortunato contro il Portogallo, Sofiane Boufal sarà presente e determinato a prolungare il suo sogno in Qatar dopo un inizio di stagione difficile con l’Angers, in Ligue 1. E come il suo compagno di club Ounahi, le sue prestazioni alla Coupe du world hanno non è passato inosservato ai reclutatori.
Se è cresciuto nei sobborghi di Madrid, Achraf Hakimi incrocerà il compagno del Paris Saint-Germain e grande amico di Kylian Mbappé. All’inizio dell’anno, i due inseparabili aveva preso appuntamento ai Mondiali, a margine di uno stage a Doha.
Prima di affrontare i belgi, nella seconda partita della Coppa del Mondo, Walid Regragui ha professato “volendo cambiare un po’ le mentalità africane” nel calcio. Il continente ha visto le squadre che lo rappresentano “fare partite spettacolari ai Mondiali ma essere eliminati alla prima partita”. Assumendo un gioco restrittivo e “uno stato d’animo europeo”l’allenatore ha avvertito: “Se superiamo i polli, saremo molto pericolosi. » Non falso: dopo la Croazia – anch’essa semifinalista – Belgio, Spagna e Portogallo si sono scontrati con la difesa marocchina.
Durante le reazioni a quarti di finale vinti contro i portoghesi, è con una battuta dell’Ile-de-France che Regragui ha evocato la sua gioia di essere “la squadra simpatica della Coppa del Mondo”con cui il mondo intero si identifica, “il Rocky Balboa di questo Mondiale, quello che esce dal basso”. Ma è in nome dell’Africa e del mondo arabo che chi assume di essere a “tecnico ambizioso” dedica ciascuna delle sue vittorie in questa prima Coppa del Mondo organizzata nel mondo arabo.
Prima dell’inizio della competizione, Samuel Eto’o, ex stella del calcio africano, aveva anticipato « una qualificazione del Marocco in finale dopo le vittorie contro la Spagna [en huitièmes]Portogallo [en quarts] e l’attuale campione, la Francia [en demi-finales] ». Per il momento il corso degli Atlas Lions dà ragione alle previsioni dell’attuale presidente della Federcalcio camerunese. E se gli azzurri potranno rassicurarsi ricordando che Eto’o ha visto, dall’altra parte della classifica, salire in finale il Camerun, le compagne di Sofiane Boufal vorranno concretizzare il presagio.
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